L’accoglienza riservata alla Teoria del pragmatismo trascendentale nel 1915, anno della sua pubblicazione, fu tutt’altro che benevola. Oggi, a più di un secolo di distanza, i tempi sono forse maturi per riconoscere la giusta collocazione storica e filosofica a un’opera che ha pagato oltre il dovuto il fatto di esser nata all’ombra dei grandi sistemi filosofici di Croce e Gentile. La Teoria, situandosi all’origine della vasta produzione saggistica tilgheriana, è testimonianza di un originale tentativo di articolare in forma sistematica il problema che segna il dibattito filosofico nei primi decenni del Novecento, vale a dire il contrasto tra la vita e le forme, l’arte e il pensiero, la morale e il diritto, aprendo inoltre la strada alle successive indagini di Tilgher rivolte a varie sfere della cultura italiana ed europea.
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Italian -
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366 -
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Adriano Tilgher
Adriano Tilgher (Resìna 1887-Roma 1941) è stato definito un filosofo «irrequieto». Molto legato al magistero di Benedetto Croce e presto allontanatosene, Tilgher intrattenne un serrato e a tratti ruvido dialogo con i pensatori che nella prima metà del Novecento dominavano la scena culturale in Italia. Sondò criticamente molteplici ambiti del sapere: dalla morale alla religione, dal teatro alla poesia, rivelandosi attento esegeta della contemporaneità e dei suoi drammi. Firmatario del manifesto degli intellettuali antifascisti, fu pensatore profondamente liberale. Dopo aver goduto di una certa risonanza culturale durante la vita dell’autore, le sue opere sono pressoché scomparse dai cataloghi per tutta la seconda metà del secolo scorso.