Antonio Rosmini (1797-1855) si profila come una delle vette filosofiche della prima metà dell’Ottocento europeo. La presente edizione di alcuni suoi inediti giovanili del 1813 (Delle laudi dell’amistà e il Dialogo tra Cieco e Lucillo), consente di gettare nuova luce sulla formazione di un intellettuale dell’epoca e sulla sua nascente sensibilità filosofico-letteraria: dalla ricerca dello stile linguistico all’esposizione delle numerose opere consultate, dal desiderio di condividere con gli altri le proprie passioni al conseguente riflettere sul senso dell’amore e dell’amicizia. Come nota Fulvio De Giorgi nella Prefazione, «grazie a questa importante e accurata edizione di manoscritti giovanili rosminiani, gli storici del pensiero possono disporre di una nuova e significativa documentazione, che indubbiamente entrerà nella bibliografia essenziale delle fonti primarie per lo studio di quella grande figura della cultura italiana contemporanea che è stata Antonio Rosmini».
Dettagli libro
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Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Lingua originale
Italiano -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
128 -
A cura di
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Argomento
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Serie
Sull'autore
Antonio Rosmini
Il beato Antonio Rosmini (1797-1855) fu profondo pensatore - «una delle sei, sette grandi intelligenze dell’umanità» disse il Manzoni - e autore di numerose opere. Nel corso degli anni, incoraggiato da papa Pio VII, comincia a crescere in lui una inclinazione molto accentuata verso gli studi di filosofia: le sue tesi, in particolare, sono volte a contrastare tanto il sensismo quanto l'illuminismo, ma polemizzano anche con il comunismo e socialismo. Egli, infatti, ritenendo che i diritti naturali della persona, incluso il diritto alla proprietà privata, siano inalienabili, pensa a uno Stato ideale il cui intervento è il più possibile ridotto all'osso.