K. Bucefalo e i cavalli del dottore

K. Bucefalo e i cavalli del dottore

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Nel corpo, la sorta di “hardware” che proietta l’apertura immateriale che noi chiamiamo “mente” non esistono parole. L’organismo è materiale fino alla sua più estrema subatomica essenza. L’animale che parla appartiene ad un ambiente, vive in un ecosistema, ma immette nella natura un gesto iperbolico: il tentativo impossibile di essere qualcosa e di saperlo, figurando nella contingenza lo spazio ed il tempo necessari per il generarsi dei vocaboli e di un registro astratto dell’esistere. Un elemento vitale mediante il quale l’astrazione origina per sé una nicchia nella materia cosmica è la narrazione. Una parola è già una storia. Le sillabe parlano alla mente dalla mente. Lo sguardo astratto traversa la materia e la distorce con l’immagine e il racconto.

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Sull'autore

Enrico Arduin

Enrico Arduin, veneziano, vive nelle Marche, dove da anni conduce una radicale ricerca filosofica insieme ad un affiatato gruppo di amici e pensatori. Arduin è autore di Il Sottosuolo del Presente (Mimesis/Filosofie, 2016). Un capitolo di K. Bucefalo e i Cavalli del Dottore, titolato “Arte e Digiuno”, è stato inoltre pubblicato nel volume Pantagruel - La filosofia del cibo e del vino (La Nave di Teseo, 2020) curato da Raffaella Toffolo e Massimo Donà.

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