Arte e metafisica delle forme Creazione. Crisi. Destino

Arte e metafisica delle forme

Creazione. Crisi. Destino

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In principio è il sorgere del significato filosofico del termine greco εἶδος, rimarcante la forma, chiara e definita, indicativa dell’aspetto in cui ogni singolo ente del mondo si dà all’apparire. Tale aspetto, nella sua consistenza prima e originaria, viene a coincidere con l’essere, da parte della cosa che appare, un questo qui (τόδε τι) di cui poter dire: è. Il reale appare come teatro dell’infinito disseminarsi del Tutto in forme intese in siffatta maniera. Dall’antica filosofia greca, i cui riverberi vengono rintracciati, in epoca moderna, presso la critica artistica di J.J. Winckelmann, la letteratura di F. Hölderlin e quella di Novalis, si procede attraverso la poesia di W. Blake, l’estetica di E. Munch e la letteratura di H. von Hofmannsthal, sino ai contributi filosofici e pittorici offerti da V. Kandinskij, A. Schönberg, K. Malevič e F. Marc, rinnovando, ogni volta, l’inquietudine della domanda: si può dimostrare di esser certi della saldezza di questa struttura, per la quale il Tutto sia da pensare già da sempre salvo dalla minaccia dell’indistinto, poiché già da sempre tenuto in forma come da una sorta di giustizia cosmica?

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Sull'autore

Armando d’Ippolito

Armando d’Ippolito (1990) è Dottore Magistrale in Scienze Filosofiche (Università Vita-Salute San Raffaele, Milano). Studioso di metafisica ed estetica, si occupa principalmente del pensiero greco, da Omero ed Esiodo a Platone e Aristotele, passando per l'intera tradizione filosofica presocratica, nonché della letteratura e dell'arte di età moderna e contemporanea. Ha tradotto e curato, di recente, passi della Teogonia di Esiodo e la raccolta integrale dei frammenti di Anassagora.

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