Caravaggio L'eternità dell'istante

Caravaggio

L'eternità dell'istante

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L’opera di Caravaggio è caratterizzata da una densità di presenza figurativa, che è la messa in atto dei rapporti pittorici costitutivi dei suoi dipinti. In questi, il pittore dirige l’attenzione dalle scene descritte verso un altro “racconto”, quello – indicibile direttamente – della produzione del quadro. Si tratta di opere che fanno emergere da una superficie piatta, bidimensionale, corpi tridimensionali, e viceversa, attraverso corpi tridimensionali, fanno sentire la bidimensionalità della tela. In tali opere, l’azione è sempre sospesa e questa sospensione è l’attimo che si dà tra la causa e l’effetto, tra ciò che è appena accaduto e ciò che sta per accadere. Nella pittura di Caravaggio, teatralità, vale a dire il rivolgersi del personaggio verso lo spettatore, e anti-teatralità, vale a dire l’essere il personaggio assorbito da ciò che fa, si succedono e si incrociano tra loro, testimoniando con ciò la modernità del pittore.

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Sull'autore

Giuseppe Di Giacomo

Giuseppe Di Giacomo, già Professore ordinario di Estetica presso la Sapienza Università di Roma, ha pubblicato numerosi saggi e volumi, tra i quali, per Pratiche: Dalla logica all’estetica. Wittgenstein (1989); per Laterza: Estetica e letteratura (1999), Introduzione a Klee (2003), Fuori dagli schemi (2015); per Carocci: Malevič (2014), Arte e modernità (2016), Richard Wagner (2021); per Mimesis: Antoni Tàpies e l’informale (2016); per il Mulino: La bellezza abbandonata (2021).

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