Vi è una tendenza dell’essere umano a trascurare la contingenza negli aggruppamenti collettivi. Lungo la storia abbiamo declinato in diverso modo questa prima persona plurale: noi che apparteniamo alla medesima classe, noi che ridiamo delle stesse cose, noi che siamo uniti dalla paura, noi i compatrioti, i cosmopoliti, i rivoluzionari, i civilizzati, i nazionali, noi il popolo, noi che condividiamo gli stessi valori, che abbiamo il medesimo interesse, i contemporanei, i nostri, quelli della stessa generazione, i complici e i solidari, quelli di qui e quelli di sempre, le vittime di una tragedia o di un’ingiustizia, gli indignati, i minacciati, gli esperti, noi che abbiamo ragione, i maschi, i normali, gli ortodossi, i sani di mente, quelli che si fidano o si temono tra loro...tutte le conquiste dell’umanità sono state precedute da un interrogativo riguardo a questi aggruppamenti così evidenti che nascondono per lo più operazioni di esclusione. E se non fossimo propriamente ciò che siamo?
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Original text
Yes -
Language
Italian -
Original language
Spanish -
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256 -
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About the author
Daniel Innerarity
Daniel Innerarity è professore di filosofia politica e social, ricercatore IKERBASQUE nell’Università dei Paesi Baschi e direttore dell’Instituto de Gobernanza Democrática. È stato visiting professor presso numerose università europee e americane tra cui, recentemente, il Robert Schuman Centre for Advanced Studies, l’Istituto Europeo di Firenze e la London School of Economics. Attualmente è direttore di Studi associato della Fonda- tion Maison des Sciences de l’Homme di Parigi.