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Che lo si immagini plasmato dagli dèi attraverso una mescolanza di acqua e terra o cresciuto lentamente nel ventre di una donna a partire dal sangue dei suoi genitori, il corpo è onnipresente nella riflessione delle culture antiche: dalla fisicità ideale degli dèi e degli eroi, che prende forma nelle splendide sculture dell’arte greca, alla fragile concretezza degli uomini e delle donne, oggetto di cura e di ricerca per medici e scienziati; dai miti e i riti della bellezza alle credenze sulla formazione dell’embrione e sul destino dell’individuo dopo la morte. Ne risulta un affresco a più colori e a più voci, che restituisce l’eco affascinante di un mondo remoto e insieme straordinariamente moderno, alle prese con la più universale e la più umana delle realtà.

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Sull'autore

Anna Maria Urso

Anna Maria Urso insegna Filologia classica all’Università di Messina. Si occupa di drammaturgia, storia della medicina antica, ricezione del classico. Tra le sue pubblicazioni, Dall’autore al traduttore. Studi sulle "Passiones celeres e tardae" di Celio Aureliano (Messina 1997) e "Liber geneciae ad Soteris obsetrix". Introduzione, edizione critica, traduzione e commento (Santiago de Compostela 2018).

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