Emmanuel Levinas. L'intrigo dell'umano Tra metapolitica e politica. Dialoghi con Danielle Cohen-Levinas

Emmanuel Levinas. L'intrigo dell'umano

Tra metapolitica e politica. Dialoghi con Danielle Cohen-Levinas

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Quando ho incontrato l’opera di Levinas, una questione si è posta naturalmente: quest’opera aveva qualcosa da apportare alla riflessione sulla politica o bisognava collocarla, al contrario, come si tendeva a fare, solo dalla parte dell’etica, considerando anche che vi era in questo filosofo, se non un disprezzo, almeno una mancanza di considerazione della politica? Molto presto, quest’ultima posizione mi è apparsa del tutto inesatta. Sono rimasto infatti impressionato dal testo che Levinas aveva dedicato alla critica dell’hitlerismo nel 1934 nella rivista Esprit, «Alcune riflessioni sulla filosofia dell’hitlerismo». Ciò che allora mi aveva colpito è che questo filosofo, che si diceva essere estraneo o indifferente ai problemi politici, aveva visto le cose con molta più perspicacia e precisione rispetto a dei pensatori che si consideravano specialisti della politica o delle lotte sociali e che, in realtà, non avevano assolutamente misurato ciò che rappresentava l’hitlerismo. A partire da quel momento, ho sempre pensato che Levinas avesse un senso del politico, come avrebbero confermato ai miei occhi alcuni testi di Difficile libertà. [...] Presto, dunque, il respiro e il gesto di quest’opera mi sono apparsi non solamente nella loro aspirazione utopica, ma nel loro tentativo di pensare la politica secondo un altro paradigma rispetto a quelli classici. (M. A.)

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Sull'autore

Miguel Abensour

Già presidente del Collège International de Philosophie, Miguel Abensour è professore emerito di filosofia politica all’Université de Paris-Diderot e direttore della collana «Critique de la Politique» presso le edizioni Payot-Rivages.

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