Scritto a soli 25 anni, La psicologia di Dante, apparso nel 1884, rappresenta uno dei primi contributi della produzione simmeliana. Ci viene offerto un quadro del percorso culturale dantesco: l’ingenua devozione giovanile, gli interessi politici dell’età matura, l’adesione alla Scolastica, la convinzione più tarda di una fondamentale inadeguatezza di tutto ciò che è terreno. Simmel non attenua il contrasto tra le varie fasi della vita del poeta, anzi vuole “vedere il conflitto”, vuole assistere allo scontro tramite cui dalla vita emergono le forme di un’epoca.
Il rapporto tra intelletto e indole, tra anima e corpo, tra rivelazione e salvezza, tra linguaggio e pensiero, e ancora la questione del libero arbitrio, dell’immortalità, il senso del peccato, il governo del mondo sono temi letti alla luce di un fondamentale dualismo che anima la psicologia dantesca.
Il testo inaugura quasi un “metodo di lavoro” e vi si può già intravedere lo “stile” di Simmel, in cui i vari aspetti dell’umano – oggi rubricati separatamente sotto le etichette di psicologia, sociologia, teologia, economia, politica, estetica – vengono tenuti insieme nell’interazione reciproca tra l’individuo e il suo tempo.
Dettagli libro
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Editore
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Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Lingua originale
Tedesco -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
168 -
Editor e traduttore
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Argomento
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Collana
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Serie
Sull'autore
Georg Simmel
Georg Simmel (1858-1918) è una figura centrale della cultura tedesca tra XIX e XX secolo. Nei suoi testi si assiste a un intreccio e a un intenso dialogo tra filosofia, sociologia ed estetica. Tra le sue opere: La differenziazione sociale (1890); I problemi della filosofia della storia (1892); La moda (1895); Filosofia del denaro (1900); Kant (1904); Sociologia (1908); Filosofia della cultura (1911); Goethe (1913); Intuizione della vita (1918).